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Occupazione in Alto Friuli, frenano gli Indeterminati, in ripresa i contratti a termine

Si è attestato a quota +631 in Alto Friuli il saldo occupazionale al terzo trimestre 2016, frutto di 11.978 assunzioni e 11.347 cessazioni complessive tra le aziende operanti nei 63 comuni del comprensorio di riferimento della Cisl Alto Friuli che ha effettuato la consueta rielaborazione dei dati del Mercato del Lavoro pubblicati dall’Ossservatorio regionale. Un dato comunque meno positivo se raffrontato a quello del III Trimestre 2015 che presentava un saldo col segno “più” di 878, frutto di 13.294 assunzioni (-9,9%) e 12.416 cesazioni (-8,6%).

ASSUNZIONI

Analizzando le assunzioni per fascie d’età, il 33,2% hanno riguardato i giovani (15-30 anni), il 56,9% gli adulti (30-54 anni) e il 9,9% gli over 55, in linea con gli anni precedenti, mentre per quanto riguarda le tipologie di contratto gli “indeterminati”, sono stati l’8,9%, in decisa flessione di circa 4 punti percentuali rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (-613 in termini assoluti) che aveva visto registrare il picco di tale tipologia di assunzione dal 2009 (14,8%) dopo un dato di solo il 6,9% del 2014.
La parte da leone continuano a farla i “determinati” pari al 47,6%, quindi i “somministrati” al 27,3% e i contratti di lavoro “domestico” che valgono il 4% del totale; a seguire i “tirocini” (3,3%), l’apprendistato (2,9%) che torna a crescere e i parasubordinati (2,9%).

Per quanto riguarda il genere, il dato relativo al terzo trimestre registra per la prima volta dal 2008, il sorpasso degli assunti maschi (50,8%) rispetto alle assunte femmine; trend che ha iniziato ad invertirsi dal 2012 dove si registrava una percentuale di assunti maschi del 43,4%. Se guardiamo il saldo assunzioni/cessazioni anche questo registra un deciso vantaggio (+487 a +144) a favore dei maschi. Nel 2015 tale dato segnava, dopo tre anni di saldo negativo per entrambi i generi, già un primo dato positivo (+311) per i maschi contro ancora un dato negativo (-27) per le femmine. Negli anni dal 2009 al 2011, il saldo era invece sempre stato positivo per le femmine e negativo per i maschi.

Aggregando i nuovi rapporti di lavoro per categorie, la miglior performance la fa segnare il Terziario (34,5%), seguito a ruota dal Manifatturiero (31,7%), quindi l’Istruzione (12,4%), più indientro Alberghi e Ristoranti (9,7%), l’Agricoltura (6,8%) e le Costruzioni (5%).

Mettendo in luce la nazionalità dei nuovi assunti l’85% parla italiano, il 7,5% rientra nei confini dell’Unione Europea, il restante 7,5% è extra UE. Da segnalare che nell’Alto Friuli la percentuale di stranieri residenti è solo del 4,7% mentre il totale degli assunti non italiani è complessivamente il triplo.

FOCUS LAVORO DOMESTICO

Per la prima volta sono a disposizione i dati relativi al lavoro domestico che, pur rappresentando solo il 4% del totale delle assunzioni nel 2016, peraltro in crescita costante dal 2008, ha segnato negli anni sempre un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni a dimostrazione che il tema della cura ed assistenza alla persona riveste un carattere che non conosce crisi, anzi, rappresenta un’occasione importante di occupazione in un territorio come l’Alto Friuli che conta oltre il 28% di ultra 65enni tra la popolazione.

FOCUS EDILIZIA

Prosegue l’inesorabile depressione in edilizia: dagli ultimi dati a disposizione dalla Cassa edile di Udine, ad inizio dicembre 2016 il numero delle imprese medie mensili in provincia è sceso ancora, a quota 737, contro le 803 del 2015 (-8,2%) e le 1.335 del 2008 (-44,8%); stesso discorso per il numero di lavoratori denunciati: sono 3.338 contro i 3.736 del 2015 (-10,6%) e i 6.528 del 2008 (-48,8%). Pure per le ore dichiarate il quadro non cambia con la media mensile che si attesta sulle 367.743 contro le 402.191 del 2015 (-8,6%) e le 798.607 del 2008 (-53,9%). Ma per questo ultimo aspetto è interessante notare delle forti oscillazioni percentuali in fatto di variazioni rispetto al mese precendente: mentre infatti il numero di lavoratori denunciati nel corso del 2016 è rimasto lineare, le ore lavorate dichiarate presentano picchi altalenanti.

IL COMMENTO

“Il dato del saldo positivo al terzo trimestre ci lascia ben sperare affinchè anche l’ultimo spicchio di 2016 possa mantenere il trend di lieve crescita che ha segnato l’annata appena trascorsa – commenta il segretario della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti – si denota comunque che dopo l’accelerata degli “indeterminati” nel 2015, ora la ripresa dell’occupazione sta venendo trainata dalle assunzioni con tipologie contrattuali a termine e pure la riduzione del numero assoluto di cessazioni sta a rappresentare una stabilizzazione verso il basso della platea dei lavoratori attivi. Il dato relativo al peso del manifatturiero – inoltre – ci conferma che fare industria in zone montane è possibile. Rafforza ancora di più la nostra convinzione che adeguate e condivise politiche diwelfare territoriale possano aiutare questo territorio ad invertire il trend di denatalità e spopolamento per invertirne la rotta. In poche parole – conclude Colautti – “vivere e lavorare in montagna si può””.

A mettere in luce l’”anomalia” nel settore edile è Valentino Bertossi, della segreteria Cisl Alto Friuli: “l’occupazione rimane al minimo ma è interessante vedere che nel mese di novembre rispetto ad ottobre le ore lavorate dichiarate sono state in rialzo, nonostante il numero dei lavoratori si presenti pressochè invariato; un fenomeno da tenere sotto osservazione perché potrebbe celare forme di lavoro “grigio” fa notare Bertossi che poi aggiunge: “siamo usciti da un 2016 che è stato un anno “nero” per l’edilizia; basti pensare ai fallimenti di due storiche realtà come Vidoni e Tomat. L’auspicio per il 2017 è che gli investimenti pubblici messi in campo come per la Terza Corsia o per ospedali ed altre infrastrutture possa permettere di far lavorare le aziende del territorio, e naturalmente i loro lavoratori; allo stesso modo – conclude Bertossi – molte speranze sono riposte nella ripresa dell’edilizia residenziale grazie agli incentivi e ai contributi in fatto di prima casa, risparmio energetico, efficientamento, sicurezza antisismica. Dobbiamo assolutamente scongiurare la perdita di professionalità dei nostri muratori e carpentieri”.